AtomBomb, 03/12/2010 20.28:
Non serve a rallegrare, ma serve a capire, non è affatto "mal comune e mezzo gaudio", quello lo fa chi guardando il tg, o quando passa un'ambulanza dice "quello sta peggio di me".
Serve a capire che si è fortunati ad avere quello che si ha, e che si da per scontato, si da per dovuto, vedendo le sofferenze degli altri si capisce la nostra fortuna, e si capisce che non è il caso di lamentarsi, soprattutto se sono cose frivole, ovvio che se uno ricchissimo ha la SLA non gli dico "eh, ma guarda che ci sono anche poveri con la SLA".
Io sono appena tornato dall'ospedale, ma mica sono allegro o felice perché ho visto persone malate e io non ho quelle malattie, semplicemente aumenta la mia consapevolezza che sono fortunato a non trovarmi in quelle condizioni, che sono fortunato a poter essere io quello che aiuta, e non quello che non deve essere aiutato.
Oggi pomeriggio, uscito dal lavoro, sono andato a comprare delle coperte e le ho portate alla Caritas, ieri invece avevo portato dei legumi ai frati, e ho visto delle persone che chiedevano aiuto, ma arrivato a casa mica c'ho brindato sopra, mentre tornavo a casa riflettevo.
E' a questo che serve, a comprendere, è anche difficile spiegarlo a parole.
Guarda capisco benissimo il tuo discorso di fondo, capisco anche che siano concetti difficilissimi da esprimere, ma tu hai frainteso il mio 'rallegrare' che era pure tra due virgolette.
Non intendevo godere delle disgrazie altrui e di riflesso essere contenti di non avere sfighe.
Penso di avere compreso il tuo punto di vista, ma non lo condivido assolutamente. Io non sono una persona egoista, ma quando si parla del proprio stato umorale penso che sia indispensabile non guardare alla condizione degli altri.
Specifico anche che l'infelicità di cui parlo non è legata al benessere economico, in quel caso ti darei anche ragione "tu non puoi lamentarti per l'auto vecchia quando lui non ha nemmeno un pasto caldo" , ma io parlo di un tipo di malinconia dovuta a fattori un po' più 'profondi' , per esempio alla solitudine.
Visto che sei andato sul personale farò la stessa cosa: in passato ho avuto problemi a non finire alle ginocchia, ora addirittura pare che io abbia gravi problemi alla cartilagine del ginocchio sinistro. In altre parole potrei dover rinunciare a giocare a basket (una delle cose che amo più fare) e in ogni caso rischierei la zoppia in futuro, tutto ciò a 23 anni non a 70.
E' chiaro che ci siano milioni di persone in condizioni peggiori della mia e che non andrei mai a lamentarmi del mio problema ad un malato terminale, ma non riesco a ritenermi 'fortunato per quello che ho' quando penso alla mia condizione di salute (non ti sto scimmiottando, riporto solo le tue parole), non è che me ne sto in stato vegetativo con intenti suicidi per 'sta cosa, ma non riesco a pensare a tutto il resto in questi momenti (anche se so benissimo che è meglio essere zoppi in centro a Bologna piuttosto che in un sobborgo a Nuova Delhi).
Ribadisco, odio i luoghi comuni e i cliché, purtroppo il topic si presta bene a questi ultimi e non è facile esprimere un concetto senza utilizzarli.
[Modificato da Cuscuta Armilla 04/12/2010 02:37]