È finita con lui, il professore, che nella penombra dello stadio del FK Vojvodina, fa il giro del campo, alla luce delle candele e scortato da due figli piccoli calciatori, protagonisti a sorpresa della partita con una doppietta a testa (per i piccoli rigorosa maglia nerazzurra, mentre papà ha giocato anche con quella bianca creata dalla Nike per l'occasione). È finita con Sinisa Mihajlovic che applaude il pubblico che lo applaude, mentre il cielo si colora e i fuochi d'artificio chiudono la partita di addio al calcio del difensore più moderno della storia moderna del calcio, l'uomo dal sinistro che un portiere non vorrebbe mai dover parare, quello che ha trasformato in gol il più alto numero di palle inattive (fonte del professore stesso), il vincente e vincitore con Stella Rossa, Roma, Sampdoria, Lazio, Inter e senza dimenticare la nazionale. È finita con una cena di gala, tra tanti amici e parenti e artisti, facendo la conta di quanto è riuscito a raccogliere per i bambini della fondazione "Sos Children's Village Dr Milorad Pavlovic" e per gli invalidi sportivi della "Savez za skolski sport".
È finita come era iniziata, con tante sorprese, con Mihajlovic che finge di calciare una punizione, ma tutti i giocatori (compagni e avversari) lasciano il campo, allora Sinisa quel pallone lo calcia verso il cielo di Novi Sad, che lo ha fatto cittadino onorario, lo ha visto partire alla conquista del mondo del calcio e ieri sera tornare, per ricordare a tutti che un anno fa ha detto stop, o meglio è partita una nuova avventura, quella dell'allenatore che al primo tentativo, come vice di Roberto Mancini, ha vinto lo scudetto con l'Inter. Non è da tutti ed è perfettamente da Sinisa, uno che ha giocato e vissuto sul fronte del palco, senza paura, sempre a testa alta, nella buona e nella cattiva sorte, negli errori e nei trionfi.
Doveva essere una festa e festa è stata, un'esibizione ben raccontata in Italia da Sky e che sarà riproposta in giornata, con tanti servizi speciali, da Inter Channel . C'era molta attesa per la prima volta in campo con la maglia nerazzurra di Mancini. E l'attesa (cominciata nel 1995... ) non è stata vana: gol con un bel colpo di testa, in anticipo su Antonio Tempestilli, compagno di Sinisa nella Roma, ora dirigente giallorosso, ex nerazzurro pure lui (5 presenze, stagione 1980-1981). La danza della rete era stata aperta da Dejan Stankovic con un gran tiro da fuori e probabilmente non poteva essere altrimenti in terra di Serbia. Poi si è visto di tutto e di più: Luis Figo che per scherzo ruba gli occhiali (!!!) all'arbitro, Fausto Salsano che corre (beh, questo è normale), Francesco Toldo e Paolo Orlandoni esterni di centrocampo, Adriano che torna a far coppia con "Ibra", Santiago Solari che va all'attacco palleggiando come se stesse giocando da solo, Walter Samuel e Julio Ricardo Cruz al primo test di rientro dopo gli infortuni, Ivan Cordoba, Marco Materazzi e Maxwell (ovvero 3/4 della difesa campione d'Italia) che giocano in automatico e in punta di piedi, Mariano Gonzalez ispirato come in Inter-Torino, Lambros Choutos che sfiora ancora una volta il gol, Olivier Dacourt e Patrick Vieira che se la ridono in panchina perché per loro è impossibile persino far finta di giocare, ma il divertimento è assicurato lo stesso.
Immagini della serata d'onore per Sinisa Mihajlovic, con (quasi) tutta l'Inter e tanta voglia di rendere onore al difensore ex Stella Rossa, Roma, Sampdoria, Lazio e Inter.