00 22/12/2010 20:42
Re: Re: Re: Re: Re:
Megablast, 12/22/2010 8:20 PM:



Fitch, i cui analisti non credo debbano allacciare le scarpe ai migliori ricercatori italiani, l'ha accolta con favore.

Come vedi, porcheria non è appropriato per definirla.



Sì ma Fitch ha guardato solo al passaggio ad un sistema di contabilità stile aziendale da un punto di vista del mercato delle università.

Non certo da un punto di vista di valore dell'offerta formativa o di accessibilità della carriera accademica o del problema dei baroni etc, etc.

(Almeno, credo. Cercando con google ho trovato solo articoli di roba tipo sole 24ore che riportavano e non l'analisi stessa, magari mi sbaglio, però...)

Bret"guest host"Hart, 12/21/2010 11:34 PM:

io sono per una rivisitazione dell'università, sono contrario al parco giochi/parcheggio che è attualmente.
Ricordiamoci che gli atenei dovrebbero formare l'elitè di domani, la futura classe dirigenziale.
Ormai sembrano essere diventate enormi scuole superiori, la qualità dell'insegnamento è notevolmente peggiorata e i rettori aspettano a braccia aperte le mandrie di studenti che affollano facoltà e indirizzi studi, alcuni francamente inutili.
Se la gente non può permettersi l'università ha 2 alternative: lavorare o farsi il culo e mostrarsi meritevole di borse di studio.




L'italia è l'8vo paese al mondo (MONDO) per impatto della produzione scientifica ( www.scimagojr.com/countryrank.php ), mentre è al 30° posto su 33 nella classifica OCSE delle spese per la formazione degli studenti (% Pil www.oecd.org/edu/eag2010 )
Ah, e contemporaneamente:



Secondo lo studio, il 35% dei 500 migliori ricercatori italiani nei principali settori di ricerca ha abbandonato il Paese. Ma se si considerano i primi 100, ad essersene andato è addirittura la metà. Quelli che rimangono fanno quello che possono, che è comunque molto, sottolinea Lenzi: "In rapporto alla scarsità di stanziamenti e al fatto che in Italia il numero dei ricercatori sia più basso rispetto agli altri principali Paesi del G7 (da noi sono complessivamente 70.000, in Francia 155.000, in Regno Unito 147.000, in Germania 240.000, negli USA 1.150.00, in Canada 90.000 e in Giappone 640.00), i nostri ricercatori possiedono un indice di produttività individuale eccellente con il 2,28 % di pubblicazioni scientifiche. La ricerca scientifica italiana risulta così essere superiore alla media dei principali Paesi europei, nonostante il più basso numero di ricercatori: l'Italia infatti si posiziona al terzo posto (2,28%), dopo l'Inghilterra (3,27%) ed il Canada (2,44%). Dopo di noi ci sono, in ordine, gli Stati Uniti (2,06%), la Francia (1,67%) la Germania (1,62%) e il Giappone (0,41%)".





www.repubblica.it/scuola/2010/11/30/news/fuga_di_cervelli_in_20_anni_persi_4_miliardi_in_brevetti-...

Oh, sì, facciamo proprio schifo, aboliamo addirittura l'università pubblica, l'istruzione mica è un valore, è un privilegio.
[Modificato da MasslessMeson 22/12/2010 20:47]