Gianfranco Fini: “Se Berlusconi ha dieci voti in più mi dimetto”
Pensare che Berlusconi possa avere la fiducia il 14 dicembre è come credere a Babbo Natale. Queste le parole del presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite alla trasmissione domenicale di Raitre In 1/2 Ora condotta da Lucia Annunziata: “Neanche chi crede a Babbo Natale, come mia figlia Carolina che ha tre anni, può pensare che Berlusconi vincerà con dieci voti in piu’”. Lucia Annunziata lancia una scommessa: “Se Berlusconi ottiene la fiducia con dieci voti lei si dimette da presidente della Camera? Accetta questa scommessa?”. Gianfranco Fini accetta la scommessa e risponde: “Le prometto che in quel caso comincio a credere a Babbo Natale…’.
Sul presidente del Consiglio, il giudizio di Fini è molto duro: ”Berlusconi non vuole governare, vuole rimanere a Palazzo Chigi perché per lui è vitale finché c’è il legittimo impedimento“. A riprova di questo, ha proseguito, c’è il fatto che la prima legge che intende fare dopo la fiducia “è la riforma della giustizia”. Berlusconi ”è del tutto insensibile agli interessi nazionali”. Per Fini si tratta di “un premier che si preoccupa solo di vincere la sua personale partita con un voto in più”. “A meno che – ha aggiunto il presidente della Camera – il disegno di Berlusconi non sia quello di andare a votare”. Il problema è che “noi non ci fidiamo più delle parole di Berlusconi perché ne ha pronunciate tante in questi anni e ora servono i fatti”. Riferendosi alla lettera delle ‘colombe’ Moffa e Augello che tentava ieri una mediazione tra Pdl e Fli, Fini ha tagliato corto: “La leggerezza di alcuni amici di Futuro e Libertà è di non aver capito che siamo arrivati al dunque – ha spiegato il presidente della Camera – Ciò, rende tardiva la proposta”. Le colombe di Fli che hanno promosso il documento di mediazione si sono mosse in buona fede, ma alla fine il gruppo parlamentare non si dividerà e voterà compattamente”. Futuro e libertà si riunirà lunedì sera, e dopo aver ascoltato Berlusconi e discuterà sul modo di procedere. ”Non è una novità che ci siano valutazioni differenziate – dice Fini -, ma c’è un impegno comune. Sono tutte donne e uomini che hanno fatto una scelta difficile, non per interesse, ma per convinzione”.
In merito alle allanze, Gianfranco Fini ha escluso che Pier Ferdinando Casini possa tornare ad allearsi con il Pdl. “Conosco Casini da tanti anni, ho stima della sua intelligenza politica, abbiamo avuto momenti di massima concordia e di divergenza - ha ricordato il presidente della Camera -. Lui ha fatto un enorme sforzo e ha vinto un’enorme scommessa quando è tornato in Parlamento contro il Pd e il blocco Pdl-Lega, quindi contro di me allora”, ha spiegato ancora. Dunque “Casini può svendere mai la sua recente storia politica e tornare sotto l’ombrello politico dal quale è uscito due anni fa prima di altri solo perché Berlusconi è rimasto appeso a un voto?”, si è chiesto retoricamente.
Riguardo alla “compravendita dei parlamentari“, Fini ha espresso il suo parere sull’intervento della procura di Roma: “Io credo che sia giusta l’azione della magistratura per verificare se alcuni parlamentari sia stati ’comprati’ o ’corrotti’ ed è ’gravissimo’ dire che si parli di una ’ingerenza della magistratura’”. Gianfranco Fini ha voluto marcare la differenza tra sé e Silvio Berlusconi sul tema della legalità: “Chi è stato folgorato sulla via di Damasco è giusto che cambi idea”. Ma, ha ricordato, “è la prima volta che la procura indaga su questo”. E “la cosa che considero gravissima è che gli ambienti più vicini a Berlusconi e forse lo stesso Berlusconi hanno detto che è stata un’ingerenza da parte della magistratura”. Eppure, ha aggiunto, “la magistratura non ingerisce se Tizio o Caio ha cambiato idea, ma se stato comprato, corrotto”. Dunque “questa è ingerenza? Secondo me no. E’ un’affermazione di legalità. E già questa è un’enorme differenza tra noi”. “E’ paradossale – ha proseguito Fini – che si dica ingerenza. Qui si parla di mutui da pagare, non di opinioni…”.
Sul post-Berlusconi, il presidente della Camera Gianfranco Fini ritiene che dopo le dimissioni del premier serva un nuovo governo di centrodestra. E un esecutivo guidato da Giulio Tremonti lo sarebbe certamente: ”Tremonti è il ministro cardine dell’attuale esecutivo ed è chiaro che sarebbe un nuovo governo di centrodestra, ma io non ne faccio una questione relativa al nome ne faccio una questione relativa al programma”. Le dimissioni di Berlusconi dovrebbero portare ad “un altro governo di centrodestra, altro che ribaltone!”, ha detto il presidente della Camera. Fini esclude la possibilità di governo tecnico: “Ma non esistono i governi tecnici, esistono governi politici: faccio questo mestiere da tanti anni e non esistono governi tecnici”.