Nick Heavens, 01/12/2010 19.20:
Ingresso dei privati all'interno del CDA delle università: tradotto i privati entrano a far parte del consiglio che muove i fondi all'università. Senza dover spendere una lira e con una presenza almeno del 40% (il tetto massimo non è stato ancora detto). Ed è logico che un privato (ad es per la sapienza, "fondazione roma" che fa carico a banca di roma) non investirà mai su corsi che non sono utilizzabili nel mercato (filosofia, lettere, storia, filosofia del diritto etc etc etc) e interi corsi rischiano di morire oltre al fatto che questi non sganciando una lira tolgono fondi all'università e li danno solamente a chi pensano possa produrgli profitto.
Ricercatori: Un ricercatore non potrà più essere assunto a tempo indeterminato ma dovrà per forza fare un 3+3, quindi precario, poi se passa l'esame (a numero chiuso ovviamente) per lo stato di professore associato bene sennò diventa disoccupato con una laura e una specializzazione. Quindi si perdono migliaia di posti di lavoro con uno schiocco di dita.
Fondo di merito: Grandissima buffonata. Lo hai solo con una determinata media e non tiene minimamente conto del reddito personale di uno studente (cosa che facevano le "vecchia
E borse di studio") Es: uno studente di famiglia non ricca o comunque fuori sede dovrà lavorare ed è difficile che riesca ad avere voti altissimi sempre e comunque rispetto ad uno di famiglia più agiata. Non che sia impossibile eh, però comunque non si parte dallo stesso punto di partenza e quindi non si può parlare di meritocrazia. Idem per quanto riguarda i prestiti d'onore che verranno assegnati a tutti ma che, appunto, son prestiti e quindi uno laureato si trova precario (per le cose dette prima) e già indebitato.
Legge 133: Questa riforma non fa che applicare le norme e i tagli della legge 133. Ovvero delega alle regioni il finanziamento alle università ma taglia del NOVANTA PER CENTO i fondi a disposizione di questo fondo speciale delle regioni.
Baronato: da una parte si prevede una commissione nazionale per attribuire una fantomatica abilitazione alla docenza, dall’altra si demanda la decisone finale a commissioni locali; inoltre se non si volesse affrontare un concorso pubblico, vi è sempre la possibilità di ricevere una chiamata diretta dalle singole facoltà di ogni ateneo ed essere assunti. Dunque il potere dei baroni resta inalterato o al più rafforzato.
Scuole paritarie statali: Con questa riforma le università paritarie statali saranno considerate uguali a quelle pubbliche. Es: una laurea presa a cepu avrà lo stesso riconoscimento di una de la sapienza. E ovviamente a queste scuole verranno assegnati dei fondi pubblici.
Questa è una riforma classista che creerà una fabbrica di precari e che darà in mano ad aziende private la gestione economica delle università, falcidiando posti di lavoro e corsi non vendibili nel mercato. Toglie il diritto allo studio per tutti aumentando ovviamente le tasse universitarie (tutto costa di più dove si taglia e ci mettono le mani i privati e non vengono garantite borse di studio ma solo prestiti o fondi al merito fasulli e comunque soggetti ad una sorta di "ipoteca" nel caso oltre al fondo chiedi anche il prestito), non leva ma anzi aumenta il problema del baronato e che vuole distruggere il diritto di una cultura fine a se stessa per una cultura fine agli obiettivi di mercato.
E la cosa bella è che vi rimpilzano la testa de "non ci sono i soldi tagliamo per forza", eppure siamo l'ottavo paese al mondo per spesa militare.
E megablabla, prima di dire che chi manifesta è un coglione.. leggiti il DDL.
Parto dicendo che a mio parere l'ingresso del privato può essere un incentivo. E comunque i finanziamenti, non essendo fondazioni, ancora non ci possono essere. C'è la possibilità, non la certezza, e quello che descrivi tu è una caatastrofe.
Il concorso nazionale almeno permette a tanta gente di entrare nel mondo universitario, e si basa sul merito non su raccomandazioni e concorsi locacli come avviene ora, anche questo non va bene?
Il vero errore è che usciti non possano più rientrare, e per questo comprendo le questioni dei ricercatori, ma bastava un cazzo di emendamento eh, perchè nessuno ci ha pensato? Ah la politica, gli sarà sfuggito
Il fondo al merito non sostituisce le borse di studio in base al reddito, ma è un'aggiunta. E tra l'altro permette a tanta gente con ISEE che supera quel ridicolo limite imposto di avere un sostentamento per gli studi, brillanti per giunta, beh c'è da strapparsi i capelli.
Per chiudere a me interessa la meritocrazia, non l'egualitarismo. E passi in avanti, ideologie a parte, ne vengono fatti. Così come l'orientamento al mercato, se fatto in un certo modo, e in questo momento non possiamo saperlo perchè mancano i regolamenti, può essere solo un bene, in questo momento ci son tante facoltà in Italia che diffondono cultura come se fossero dei licei e non danno un cazzo in mano una volta usciti dall'univeristà, magari un cerino in mano.
@chedino: A volte uso toni un pò forti ma se vogliamo discutere costruttivamente sono il primo a farlo, chiedo scusa se ho esagerato.
@chaos: Ho girato qualche sito nei giorni scorsi e molte associazioni si dicevano legate, anche se non vincolate, al PD. La stessa UdU a Lecce è praticamente il movimento studentesco del PD, e gran parte fanno parte dei giovani democratici. Io non dico che ci sia un burattinaio che muove i fili dall'alto, così come non credo alla mala fede di chi protesta, ma che una certa opposizione si stia servendo di tutto ciò è pacifico.